24-2-22
Una riflessione del Presidente Beniamino A. Piccone scritta per THE SOCIAL POST.
Quando un’azienda supera i cento anni di storia, è opportuno festeggiare con gioia il fatto che il tempo non ha fatto venir meno le ragioni del successo. Nel caso di Marinella, il celebre brand di cravatte (e non solo) con sede a Napoli, va specificato che le nuove generazioni stanno apportando innovazione ed energie nuove.
Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi
Alessandro Marinella, 26 anni, brand ambassador, è stato promosso sul campo dal padre Maurizio, il quale ha riconosciuto l’importanza della piattaforma di e-commerce durante la pandemia. Marinella junior cita l’ormai classico “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa per rimarcare l’importanza di cambiare: “Per restare se stessa Marinella si deve aggiornare: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
Noi napoletani siamo abituati storicamente ad avere momenti drammatici e poi riprendersi”.
- Marinella nasce a Napoli all’inizio del secolo scorso. Nel 1914 viene aperta una piccola bottega di 20 mq su uno dei lungomari più belli d’Italia, luogo di passeggio dell’alta società partenopea. Eugenio Marinellaè stato il primo a partire alla volta dell’Inghilterra per importare i prodotti iconici dell’epoca: gli impermeabili Aquascutum, i profumi Floris e Penhaligon’s, gli ombrelli Bricse le scarpe J&W Dawson, i cappelli di Lock.
Successivamente nel 1940, poco prima che Mussolini dichiarasse guerra a Inghilterra e Francia, Marinella creò due laboratori sartoriali: uno per la realizzazione delle camicie su misura e un secondo per le cravatte su misura.
Il dopoguerra, il piano Marshall e gli aiuti economici
Finita la guerra, grazie alla lungimiranza degli Stati Uniti d’America, arrivarono copiosi gli aiuti del Piano Marshall. Nel 1955 Vincent Barnett, un alto dirigente dell’ECA – Economic Cooperation Administration, agenzia governativa statunitense istituita per amministrare l’erogazione degli aiuti – rende però omaggio all’imprenditoria italiana – con pagine assai belle – che seppe far tesoro dei finanziamenti:
“Un fatto di grande rilievo del dopoguerra è sicuramente la grande vitalità ed energia del popolo italiano nello sforzo di ricostruzione. I viaggiatori attenti nell’Italia postbellica hanno percepito l’entusiasmo e lo spirito di una società giovane, creativa ed esuberante, che emergeva tra i resti di vestigia e istituzioni delle civiltà antiche e feudali. Il germogliare di giovanile vigore e creatività nell’ambito di un contesto reale di glorie passate costituisce uno degli aspetti di vero fascino dell’Italia moderna. Nell’arco di pochi anni dalla fine della guerra gli artisti, stilisti e imprenditori italiani di spicco si sono creati una reputazione a livello mondiale per la freschezza delle idee, la forza innovativa, la volontà di aprire nuove vie”.
Al collo dei più famosi uomini del mondo
La cravatta Marinella è divenuta famosa per essere stata al collo di celebri personaggi – italiani e internazionali, dal presidente Francesco Cossiga a John F.Kennedy, da Silvio Berlusconi al Principe Carlo di Inghilterra – diventati, indirettamente, testimonial del brand nel mondo.
Proprio a Londra Marinella ha deciso di raddoppiare la presenza a Londra grazie al finanziamento della Simest – società controllata da Cassa Depositi e Prestiti che supporta l’export delle imprese italiane.
Gli altri negozi di Marinella nel mondo sono a Milano, Roma e Tokyo e in tantissimi department store come Bergdorf Goodman a New York, Le Bonne Marchè a Parigi, Liberty a Londra, Santa Eulalia a Barcellona.
Come scriveva Burnett, contano la “freschezza delle idee, la forza innovativa, la volontà di aprire nuove vie”. In un’Italia spesso pervasa da nostalgia e retrotopia per i bei tempi andati, è importante guardare avanti, innovare e credere nel futuro.
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