Un articolo scritto dal Presidente Beniamino A. Piccone per la Gazzetta del Mezzogiorno dove sottolinea l’assurdità di tenere le scuole chiuse.
Nel leggere le Considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco emerge chiara la necessità di una svolta decisa. Il nostro Paese negli ultimi venticinque anni non è riuscito ad adeguarsi ai mutamenti portati da globalizzazione, rivoluzione dell’information technology e demografia. La crisi economica incipiente conseguente al Coronavirus non può che peggiorare le cose, visti i nostri numerosi punti deboli. Come diceva Aldo Moro (1916-78), l’Italia è un Paese caratterizzato da “passionalità intensa e strutture fragili”. Occorrono riforme di struttura per rafforzarlo.
Visco, invece di pestare nel mortaio delle nostre debolezze, ha enumerato i nostri punti di forza (saldo della bilancia commerciale, basso indebitamento privato, elevato risparmio delle famiglie), che sono la base da cui ripartire, sempre che governo, imprenditori, sindacati, comunità civile tutta siano in grado di prendere contezza della gravità della situazione e agire in modo responsabile.
La relazione dedica diversi passaggi alle disuguaglianze, che potranno accentuarsi con l’esplodere della crisi (secondo le stime di Bankitalia il Pil nel 2020 scenderà nella forchetta tra meno 9 e meno 13%). Disuguaglianze che vengono alimentate dalla chiusura delle scuole, cosa assolutamente non condivisibile. Un bambino su cinque non ha il personal computer. Le scuole elementari non hanno praticamente fatto lezione da marzo a oggi. L’assenza di frequenza scolastica non può che favorire i ragazzi di famiglie benestanti. Mentre in Francia non riaprono il campionato di calcio e hanno riaperto le scuole – che rimarranno operative anche nel mese di luglio – noi abbiamo fatto l’opposto: sì al calcio e no alle scuole. Inutile sottolineare che il buon funzionamento della scuola è il modo migliore per ridurre le disuguaglianze. La povertà educativa non solo crea asimmetrie all’interno del Paese, ma alimenta il divario tra noi e il resto del mondo. Come possiamo sperare di favorire la mobilità sociale se teniamo le scuole chiuse con un uso esagerato del principio di precauzione? Senza un capitale umano all’altezza, le imprese non avranno a disposizione quelle teste pensanti che consentono di innovare e di essere competitivi con il resto del mondo.
Il governatore Visco nei suoi precedenti scritti – in particolare “Investire in conoscenza” (il Mulino) ha insistito sulla necessità di una formazione continua, che duri tutta la vita, un “life long learning”, ossia una predisposizione a studiare per tutto il corso della propria esistenza. Carlo Azeglio Ciampi (1920-2016), prima di andare a letto, si rileggeva Giacomo Leopardi – in particolare “Il dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere” – per mantenere il cervello in esercizio.
Il Comitato per il rientro scolastico guidato da Patrizio Bianchi ha proposto per settembre ore di 40 minuti e incremento dell’organico dei docenti, ma solo per il prossimo anno, fino al 10-15%, che significherebbe 100 mila insegnanti in più. Siccome però le analisi demografiche della Banca d’Italia indicano un forte calo della popolazione scolastica nei prossimi anni, sarebbe bene evitare di assumere a tempo indeterminato gli insegnanti. Visco spiega come nella Pubblica Amministrazione vada accelerata la digitalizzazione dei processi e reso possibile l’ingresso di “giovani motivati e con competenze elevate”. Visto che il premier Giuseppe Conte ha dichiarato di essere completamente d’accordo con la relazione di Visco – “preparazione e motivazione degli insegnanti sono essenziali – dovrebbe escludere a priori nuove assunzioni senza concorso. Altrimenti sono le solite “chiacchiere e distintivo”.
I sindacati della scuola hanno veramente compreso poco il momento decisivo del nostro Paese. Non hanno esitato a proclamare uno sciopero per l’8 giugno, chiedendo più risorse (che novità!) e regole certe per la ripresa dell’anno scolastico. Visco ha chiuso le sue Considerazioni invocando “scelte mature, consapevoli, guardando lontano…Nessuno deve perdere la speranza”. Dopo tre mesi di scuole chiuse e famiglie in considerevole difficoltà nel lavorare con i figli a casa, sentire i sindacati parlare di scioperi fa purtroppo proprio perdere la speranza.
Lascia un commento