Una riflessione scritta dal Presidente Beniamino A. Piccone per La Gazzetta del Mezzogiorno
Non sono stati in molti a chiedersi come sarebbe stata la storia d’Italia se nel 1975, invece di Paolo Baffi, alla Banca d’Italia fosse stato nominato Ferdinando Ventriglia, “o’ professore”. Le cronache narrano che, dopo l’investitura da parte del dimissionario governatore Guido Carli, Ventriglia organizzò una cena per festeggiare la sua promozione al maggiore scranno di Via Nazionale. Furono Ugo La Malfa, il “profeta disarmato” nelle parole di Eugenio Scalfari, ed Enrico Berlinguer a creare, viceversa, le condizioni per la nomina di quel galantuomo che risponde al nome di Paolo Baffi. Sarà proprio la sua opposizione alle trame degli affiliati alla P2 – la loggia segreta guidata da Licio Gelli – a generare la reazione dei poteri occulti nel 1978-9 che portarono al proditorio attacco politico-giudiziario contro la Banca d’Italia. Il governatore Baffi e il vicedirettore generale con delega alla Vigilanza Mario Sarcinelli furono accusati in modo pretestuoso di favoreggiamento personale e interessi privati in atti d’ufficio: il primo di dimise nel settembre 1979; il secondo venne addirittura arrestato (24 marzo 1979) e successivamente lasciò la Banca d’Italia, chiamato al Ministero del Tesoro da Beniamino Andreatta. Baffi e Sarcinelli vennero poi assolti – troppo tardi, ahinoi – nel giugno 1981.
Alcuni hanno ipotizzato che Camillo Benso Conte di Cavour – primo ministro al momento della proclamazione dello Stato italiano 160 fa, 17 marzo 1861 – non sia morto di malaria, bensì avvelenato dalla sua amante Bianca Ronzani su mandato di Napoleone III, a cui Cavour di fatto impedì di diventare il padrone d’Italia.
L’Italia sarebbe ben diversa se Cavour fosse sopravvissuto in quel giugno 1861. A livello controfattuale, possiamo dire lo stesso se non fossero state scoperte le liste della P2 il 17 marzo di quaranta anni fa, quando i magistrati milanesi Gherardo Colombo e Giuliano Turone – che indagavano sul finto rapimento del banchiere-bancarottiere Michele Sindona, accusato e poi successivamente condannato come mandante dell’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana controllata dal finanziere siciliano – decisero di organizzare una perquisizione a tappeto dei luoghi frequentati da Licio Gelli, personaggio quanto mai pericoloso ed eversivo.
A Castiglion Fibocchi, in provincia di Arezzo, presso una società di Gelli – la Giole srl – venne scoperta una lista di appartenenti ad una loggia massonica segreta, chiamata Propaganda 2 (P2). L’elenco, probabilmente parziale, vedeva un elenco di 962 nomi: 44 parlamentari, 2 ministri, 22 generali dell’esercito, 8 ammiragli, magistrati, funzionari pubblici, giornalisti, imprenditori (compreso Silvio Berlusconi, tessera nr. 1816). Quali obiettivi si poneva la loggia massonica P2? Cambiare la struttura del potere in senso autoritario, eliminare coloro che si opponevano al loro disegno. Tra i membri della P2, i banchieri Roberto Calvi alla guida del Banco Ambrosiano – arrestato per esportazione illecita di capitali lo stesso giorno della pubblicazione sui giornali delle liste nel maggio 1981 – e Michele Sindona, protetto in modo imbarazzante da Giulio Andreotti.
A due mesi dalla scoperta delle liste della P2, cadde il governo di Arnaldo Forlani, coinvolto nello scandalo e l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini decise di conferire l’incarico di formare il nuovo governo a Giovanni Spadolini, che fu quindi il primo presidente non democristiano del Dopoguerra. Il governo che si formò venne chiamato il governo delle quattro emergenze: economica (costo del lavoro), morale (P2), civile (terrorismo e sicurezza delle istituzioni), internazionale (installazione dei missili Cruise e contingente militare in Libano).
Nel settembre 1981 venne approvata la proposta di costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività della loggia massonica P2, alla cui presidenza venne eletta Tina Anselmi, già staffetta partigiana, donna di straordinaria tenacia. Se nelle torbide trame occulte italiane è emersa un po’ di luce, lo si deve alla Commissione sulla P2, che vide tra i propri membri anche l’acuto parlamentare radicale Massimo Teodori.
Un’ultima notazione: Mario Sarcinelli sarebbe con tutta probabilità succeduto a Paolo Baffi in qualità di Governatore della Banca d’Italia. Come sostenne Norberto Bobbio, l’Italia è un Paese terribile che non rifugge dal delitto politico. Il potere occulto della P2 ha fatto in modo di defenestrare il “duo inafferrabile” Baffi-Sarcinelli, vittime dimenticate da questa Italia smemorata.
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