La notizia
Pochi giorni fa il governo israeliano ha approvato il progetto per la costruzione di duecento nuovi alloggi in Cisgiordania, dopo le operazioni di confisca e distruzione di una serie di abitazioni di cittadini palestinesi delle scorse settimane. Dall’inizio del 2016 salgono così a 674 le nuove unità approvate.
La storia
“…Un ebreo, non ha occhi? Non ha mani, un ebreo, membra, corpo, sensi, sentimenti, passioni? non si nutre dello stesso cibo, non è ferito dalle stesse armi, soggetto alle stesse malattie, guarito dalle stesse medicine, scaldato e gelato dalla stessa estate e inverno di un cristiano?… Se ci pungete, non sanguiniamo? se ci fate il solletico, non ridiamo? Se ci avvelenate, non moriamo? E se ci fate torto, non ci vendicheremo? – Se siamo come voi in tutto il resto, vi somiglieremo anche in questo. Se un ebreo fa torto a un cristiano, che fa il mite cristiano? Vendetta! E se un cristiano fa un torto ad un ebreo, che farà, secondo l’esempio cristiano, l’ebreo paziente? Vendetta! Metterò in pratica la malvagità che mi insegnate, e sarà difficile che non superi i maestri”( W. Shakespeare, “Il mercante di Venezia” – 1594-97)
Il presente
Proviamo a rileggere il monologo shakespeariano sostituendo alla parola “ebreo” la parola “palestinese” ed alla parola “cristiano” la parola “ebreo”:
“…Un palestinese, non ha occhi? Non ha mani, un palestinese, membra, corpo, sensi, sentimenti, passioni? Non si nutre dello stesso cibo, non è ferito dalle stesse armi, soggetto alle stesse malattie, guarito dalle stesse medicine, scaldato e gelato dalla stessa estate e inverno di un ebreo? …Se ci pungete, non sanguiniamo? se ci fate il solletico, non ridiamo? Se ci avvelenate, non moriamo? E se ci fate torto, non ci vendicheremo? – Se siamo come voi in tutto il resto, vi somiglieremo anche in questo. Se un palestinese fa un torto a un ebreo, che fa il mite ebreo? Vendetta! E se un ebreo fa un torto a un palestinese, che farà, secondo l’esempio ebreo, il palestinese paziente? Vendetta! Metterò in pratica la malvagità che mi insegnate, e sarà difficile che non superi i maestri”
Non c’è dubbio: il testo di oltre 400 anni fa mantiene tutta la sua pregnanza anche con le due parole sostituite.
C’è qualcuno, nel mondo, che voglia evitare l’ennesimo scontro fra popoli costretti dalla storia a dividere un territorio che appartiene ad entrambi?
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