Nella splendida cornice di Palazzo Visconti Carlo Cottarelli – appena di ritorno da Washington dove ha dato addio al Fondo Monetario Internazionale – ha intrattenuto il folto pubblico dell’APE e di Civicum, i cui soci hanno aderito alla nostra serata.
Carlo Cottarelli, già commissario alla spending review con il governo Letta – chiamato dal ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni -, è poi andato a sbattere contro la politica economica di Matteo Renzi, a parole disposto a tagliare la spesa pubblica corrente, ma nei fatti volto a proporre regalie senza alcun parametro di reddito. Per cui sono volati i bonus ai giovani (anche se hanno il padre supermanager) o i bonus bebè. La sintonia è mancata, così Cottarelli è tornato al FMI. La stessa fine ha poi fatto Roberto Perotti, stufo di non avere l’appoggio della presidenza del Consiglio.
Nei prossimi mesi Cottarelli sarà visiting professor alla Bocconi e aprirà un Osservatorio sulla spesa pubblica presso l’Università Cattolica. Lo stesso Cottarelli ha, con una battuta, riassunto la situazione: “Come giocare al contempo nell’Inter e nel Milan”.
Nell’introduzione alla serata, il presidente dell’APE Beniamino Piccone ha ricordato come all’inizio degli anni settanta il rapporto debito/pil era nell’intorno del 30%. Le politiche assistenziali e la cultura volta a scaricare i debiti alle generazioni successive sono proseguite nei decenni – nonostante la firma del Trattato di Maastricht del febbraio 1992 che in teoria ci imponeva di convergere verso un rapporto debito/pil del 60%. Sempre Piccone ha ricordato le lettere tra Paolo Baffi, allora governatore della Banca d’Italia e il direttore generale e il ministro del Tesoro – Ferdinando Ventriglia e Gaetano Stammati (iscritto alle liste della P2 e già presidente della BCI in sostituzione di Raffaele Mattioli). Il primo rimarcava la necessità di ridurre la spesa (non esisteva ancora il divorzio tra BI e Tesoro firmato nel 1981 tra Andreatta e Ciampi) per evitare il debordare del conto corrente di tesoreria presso la BI. I secondi, insieme al ministro Colombo, proseguivano nella spesa indisturbati.
“Troppo debito fa male”. Ha iniziato così Carlo Cottarelli. Con il debito eccessivo si cresce meno. Nel mondo i Paesi che sono cresciuti meno negli ultimi 20 anni sono Italia, Grecia e Giappone. NOn a caso con un debito pubblico superiore al Pil.
Inoltre i tassi di interesse non rimarranno bassi per sempre. Non sappiamo nel 2019 chi sarà il successore di Mario Draghi alla BCE, ma dubitiamo che sia così accomodante e comprensivo come l’allievo di Federico Caffè. Cosa si può fare? Contenere le spese o aumentare le tasse. Il governo Monti, alla fine, è caduto perchè, in una situazione di emergenza, ha alzato le imposte sulla casa, ha approvato con merito la riforma Fornero (bravissima!) ma non ha avuto la forza di tagliare la spesa pubblica corrente.
Non esistono scorciatoie. Bisogna lavorare con consistenza per fare di più con meno, per efficientare la macchina pubblica, la cui produttività è molto bassa.
Privatizzare? Ormai da vendere è rimasto ben poco.
Bisognerebbe imparare da Spagna e Portogallo, che sono riuscite ad abbassare il costo del lavoro e migliorare la produttività (CLUP).
Cottarelli propone di congelare la spesa pubblica in termini reali, ossia tenendo conto dell’inflazione. Ma la classe politica non ci sente. Si bea del “quantitative easing” di Mario Draghi che riduce il costo del debito. “Più aspettiamo e più il tempo si fa breve”, chiosa Cottarelli, riprendendo una chiusura delle Considerazioni finali di Carlo A. Ciampi.
Anche l’educazione finanziaria può fare qualcosa, visto che i Paesi con maggiore cultura finanziaria sono più disposti ad apprezzare i tagli della spesa pubblica corrente, vedasi lo studio di Murtinu, Piccirilli, Sacchi (vedi voce.info).
Il presidente di Civicum Stefano Cianchi è intervenuto a seguito di Cottarelli per raccontare l’esperienza sul campo di Civicum, che si propone di portare efficienza e merito nella Pubblica Amministrazione. Spesso, dice Cianchi, i bilanci delle single amministrazioni pubbliche sono tali da non consentire alcuna analisi. NOn ci sono nè conti economici nè stati patrimoniali, quindi la prima cosa da fare è avere un quadro sinottico, per poi disegnare le strategie di risanamento o efficientamento.
Una gran bella serata, con molti botta e risposta. Cottarelli, cremonese come Corrado Stajano, ama essere stringato e senza frills. Ne beneficia la discussione e il dibattito.
Lascia un commento