Un articolo scritto dal Presidente Beniamino A. Piccone per la Gazzetta del Mezzogiorno.
La campagna di vaccinazione che partirà in tutta Europa il 27 dicembre è di importanza capitale. I singoli Stati devono dimostrare di avere capacità organizzative notevoli poiché si tratta di un’operazione logistica mai sperimentata in passato.
Siccome in Italia gli scettici sono numerosi – un sondaggio dell’Università Cattolica evidenziava come il 43% di cittadini poco propensi a farsi vaccinare – e il movimento No-Vax altrettanto forte (nulla di nuovo sotto il sole ci ricordava Voltaire quando si lottava contro il vaiolo che mieteva 600 mila vittime ogni anno), occorre assolutamente partire il prima possibile con una campagna di comunicazione volta a motivare gli “esitanti”.
La comunicazione dovrà basarsi sulle seguenti indicazioni:
- Abbiamo bisogno di “spinte gentili” (dal nome del classico di Richard Thaler, premio Nobel per l’Economia 2017, e Cass Sunstein), ossia di “spinte” che inducono ad azioni che non verrebbero compiute spontaneamente. “Gentili” perché fanno il bene di una persona a sua insaputa. Diverse ricerche sulle spinte gentili alla vaccinazione ci dicono che tanto più le persone si sono sentite accudite e seguite, tanto più si sono vaccinate: la personalizzazione mirata consente il passaggio dall’intenzione all’azione
- Essere chiara, completa, autentica e parlare al cuore delle persone; bisogna capire i motivi psicologici sottostanti all’esitanza, mettersi in ascolto per conquistare la disponibilità dei cittadini;
- Visto che non sarà possibile imporre l’obbligatorietà, sarebbe opportuno creare un sistema di incentivi, per cui se un soggetto vuole prendere il treno, l’aereo, andare allo stadio o al cinema, deve avere il patentino da vaccinato (e qui emerge il tema dell’archiviazione digitale). In tal modo si lascia libertà di vaccinazione ma non si concede a costoro – che possiamo definire irresponsabili – la licenza di infettare gli altri;
- Agire sui social media, decisivi, soprattutto per gli under-30. Due creative – Tatiana Monneret e Nelly Weissy – hanno ideato un messaggio – I say Yes to vaccine (immagine e poche parole) col doppio scopo di prendere personalmente posizione e invitare gli altri a farlo (“io mi vaccinerò, fallo anche tu”); l’effetto imitativo si è dimostrato in passato di grande valenza;
- Coinvolgere testimonial, attori, calciatori, cantanti, presentatori televisivi; bisognerà calibrare il messaggio, a seconda dei target di riferimento – giovani e anziani, laureati o senza titolo di studio, operai o professionisti. Tutta la società deve sentirsi coinvolta per uscire dalla palude in cui siamo immersi, dove l’incertezza blocca qualsiasi iniziativa economica e sociale.
Dopo Santo Stefano, si partirà a vaccinare medici, operatori sanitari e categorie “fragili”. Poi toccherà agli anziani. Varrebbe la pena chiedersi perché i giovani debbano essere gli ultimi. Le scuole, in ogni caso, devono essere riaperte in gennaio in modo definitivo. Le perdite a livello di apprendimento con la didattica a distanza sono enormi.
Siamo di fronte a due greggi: coloro che vogliono raggiungere in breve tempo l’immunità di gregge, e quello delle pecore negazioniste e populiste, che, con arroganza e menefreghismo, vogliono mettere a rischio gli altri. Contrastiamoli con passione e ragionevolezza.
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