La serata del premio APE 2017 conferito al prof. Tito Boeri, presidente dell’INPS, autore del saggio “Populismo e stato sociale” (Laterza, 2017), è stata straordinaria, sotto diversi punti di vista.
In primis la forte affluenza. 101 persone sedute ai tavoli. Soci, amici e studenti (sia della Bocconi che dell’Università Carlo Cattaneo-LIUC), hanno animato la serata.
Tito Boeri ha dimostrato di essere un fuoriclasse, un servitore dello Stato tenace, determinato, volitivo e dalla grande competenza. Essendosi sempre occupato dei temi della previdenza e del lavoro, come poteva rinunciare all’occasione di presiedere l’INPS? Non ha avuto molto tempo per decidere. Matteo Renzi l’ha chiamato nel febbraio 2015 e non ha saputo dire di no (“tutta la vita avrei vissuto col rimpianto”). Ha accettato la sfida. Va considerato peraltro che Boeri si è ridotto significativamente lo stipendio. Vi ricordare il pessimo Antonio Mastrapasqua, il suo predecessore, che aveva 60 incarichi in collegi sindacali e sosteneva che la trasparenza della “busta arancione” poteva portare “sommovimenti sociali”?
Con Boeri siamo entrati in un’altra epoca. Non è un caso che molte sigle sindacali dentro l’INPS rimpiangano la gestione Mastrapasqua. Come è possibile che il presidente dell’INPS prenda un emolumento di solo 103mila euro, quando il presidente della Camera prende oltre 250mila euro, con responsabilità nettamente inferiori?
Boeri si è concentrato sulle tesi contenute nel volume. Alla tesi per cui esistono due blocchi monolitici contrapposti – “l’elite corrotta” e il “popolo onesto” – bisogna rispondere con una classe dirigente all’altezza. Occorre ripristinare la fiducia con due azioni: dare risposte al disagio delle persone; tagliare i privilegi. Peccato, per esempio, che gli uffici della Camera non rispondano all’INPS, che chiede le posizioni contributive di ciascun deputato per poter calcolare quanto sarebbe la pensione a contributivo (vitalizio), effettuando il ricalcolo. La trasparenza è un valore che va declinata concretamente. Non a parole.
Successivamente Boeri ha risposto alle numerosissime domande del pubblico. In particolare ha detto:
- Per i giovani non sussiste alcun problema di pensione, che sarà calcolata con il metodo contributivo e quindi dipenderà dalla carriera di ciascuno. Il problema vero è il mercato del lavoro, che premia pochissimo i talenti. Li paga poco. Per cui i migliori se ne vanno all’estero dove sono valorizzati al meglio.
- Urge una spinta forte verso la contrattazione in azienda. Decentralizzare per premiare le singole realtà aziendali. Confindustria si oppone. Va anche introdotto un salario minimo. Alcuni lavoratori ricevono una paga da fame, 5 euro l’ora.
- Il welfare italiano è stato disegnato per affrontare problemi congiunturali. La Cassa integrazione guadagni (Cig) e i prepensionamenti non sono gli strumenti adatti per affrontare un cambiamento epocale come quello che stiamo vivendo.
- Al Sud non ci sono strumenti di contrasto alla povertà; il reddito di inclusione (REI) andrebbe potenziato, così come gli uffici adibiti al controllo dei requisiti; senza senso, troppo costosa (oltre 30 miliardi di euro l’anno), la proposta del reddito di cittadinanza del Movimento 5 Stelle;
- All’estero sono preoccupati per i mancati flussi migratori in ingresso; in un sistema a ripartizione – il prof. Riccardo Puglisi è intervenuto sostenendo che il nome va cambiato perchè poco chiaro (“meglio accendi un cero alla Madonna”, ha ribadito l’ex ministro del Bilancio Giancarlo Pagliarini, che meritoriamente lottò per inserire il debito implicito pensionistico nei Trattati Europei) – con bassa natalità e meno immigrati, rischiamo che a fronte di un pensionato, ci sia solo un lavoratore (nel 2050) a pagargli la pensione.
- La differenza nel costo della vita in Italia tra Sud e Nord crea forti disparità. A parità di salario nominale, le differenze sono notevoli. Presso l’INPS sono tanti coloro che vogliono andare al Sud, dove con 1.500 euro si vive bene. A Milano con 1.500 euro non si vive, si sopravvive.
- Al Nord esiste una sorta di fiscal drag, non basato sul passaggio ad un’aliquota superiore a causa del tasso di inflazione, ma alla sensazione che al Sud, con pari salario, le condizioni di vita siano migliori. E’ un dato di fatto.
Alle 11.05 ho ricordato che il Premio APE vive anche grazie alla sponsorizzazione di Giovani Cevenini che intende ricordare la moglie Graziella Manzini Cevenini. Ho ringraziato Tito Boeri, sostenendo con George Orwell che esistono gli utopisti con la testa tra le nuvole e i realisti con i piedi nel fango. Boeri ha i piedi nel fango, si sporca le mani e dobbiamo ringraziarlo per la sua resilienza e la competenza che mette al servizio del Paese.
Certamente una delle migliori serate APE sotto la mia presidenza.
Un caro saluto e buona giornata.
Beniamino Piccone
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