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Atm sciopera, il cittadino è gabbato e l’azienda risparmia sui costi, di Beniamino Piccone

Ancora una volta poco spazio viene dato dai media allo sciopero dei mezzi pubblici milanesi (alias Atm, Azienda Trasporti Milanesi, interamente controllata dal Comune di Milano). Sempre al venerdì o al lunedì, chissà perchè.
Lo sciopero è attuato dai COBAS, ma si sa che può paralizzare tutto il trasporto pubblico, è impossibile prevederne l’estensione, il che di per sè è un fortissimo danno agli utenti.

Martedì a Roma è accaduto lo stesso: città paralizzata da uno sciopero prima annunciato (= tutti in macchina) e poi revocato all’ultimo momento.

E’ evidente la situazione di netto vantaggio degli scioperanti delle aziende municipalizzate: se scioperano dei poveracci nel settore privato rischiano il posto, rischia l’impresa, e nessuno se ne interessa (id est ci sono alternative).

Se sciopera il Trasporto Pubblico Locale (TPL) – dove gli stipendi sono molto superiori al settore privato – non possono perdere il posto, l’impresa non può fallire, e sono danneggiati SOLO gli utenti (i costi del lavoro risparmiati superano gli introiti persi, date le tariffe…).
Vogliamo scommettere che i dipendenti dell’Atm otterranno un altro aumento fuori mercato, per evitare altri scioperi. E’ così, a furia di regalie, che il debito pubblico ha superato il 130% del pil.

Nel 2018 il Comune di Milano, per adeguarsi alle norme europee (benedette) ha promesso l’apertura di una gara pubblica dove si metteranno in competizione i diversi operatori. Potrebbe entrare in gioco la società francese Ratp che gestisce i bus in Toscana. Il cittadino ne guadagnerebbe perchè il costo del servizio scenderebbe, senza perdere in qualità. Con più operatori, siamo certi che gli scioperi diminuirebbero perchè aumenterebbe l’enforcement.
Purtroppo sulle gare europee legate al TPL, si parla di competizione, ma l’asta per essere vera deve prevedere la suddivisione in lotti (su Milano, secondo gli esperti, almeno 6). In caso contrario, nel caso di lotto unico, il vincente sarebbe sicuramente Atm.

La giunta guidata da Beppe Sala – oggi autosospeso per le vicende legate alla piastra di Expo – sarà capace di fare le cose sul serio? Temiamo purtroppo di no.

La concorrenza, secondo i manager del TPL, è bella, ma solo a parole; nei fatti deve riguardare solo gli altri settori e non il proprio. E ricordiamoci che Carlo Cottarelli – ex commissario straordinario alla spending review – è caduto proprio sulle munipalizzate, feudo corporativo fonte di prebende per tutti i partiti dell’arco costituzionale.

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