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Le task force: un comodo alibi per non decidere

Un articolo del Presidente Beniamino A. Piccone per la Gazzetta del Mezzogiorno

Le task force: un comodo alibi per non decidere

Quando la politica non sa cosa fare decide solitamente di formare una commissione parlamentare di inchiesta. Così è successo nella storia italiana. Con l’avvento del grillismo, abbiamo una nuova variante, i “comitati di esperti”, alias task force, le quali sono tenute a risolvere qualsiasi problema. I comitati si sono moltiplicati come conigli per una precisa ragione: per scaricare la responsabilità di decidere, che spetta al Governo in carica. Sono state costituite ben 15 task force con ben 450 esperti. Un comodo alibi.
Inutile girarci intorno. Si era già vista la stessa solfa con i commissari alla spending review. Da Enrico Bondi a Carlo Cottarelli a Roberto Perotti. Tutti elogiati fino a quando si sarebbe dovuto implementare le proposte elaborate. A quel punto, vista l’inazione, i commissari hanno velocemente dato le dimissioni.
Come diceva Ennio Flaiano, le forze di governo invece di avere capacità di visione e di azione, sono “indecise a tutto”, non sanno proprio che pesci pigliare. E alle porte dell’allentamento promesso del lockdown, il Presidente del Consiglio, in diretta tv – stanco e fiaccato dalla tensione – ha fatto un passo indietro notevole.
L’inerzia del governo è preoccupante. Maggior ragione dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva definito sei criteri imprescindibili per poter riaprire gradualmente, tra i quali la realizzazione di sistemi di tracciamento, test e isolamento. Nulla di tutto ciò. Senza contare che della scuola ieri sera non si è proprio parlato. Come si può immaginare un ritorno al lavoro dei genitori, se i figli piccoli non possono uscire di casa e nemmeno andare a scuola (peraltro, a chi verrà in mente di are figli se vengono considerati dei pària). Se paragoniamo l’intervento di Giuseppe Conte con quello del Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, l’esito è per noi italiani – purtroppo – imbarazzante.
La Cancelliera tedesca Angela Merkel, qualche giorno fa ha preso la parola al Bundestag dicendo con calma e raziocinio che il tempo guadagnato durante la quarantena è stato usato bene, per rafforzare ancora il sistema sanitario e preparare la strategia di uscita, testando a più non posso la popolazione (più di 500mila tamponi al giorno). Inoltre, ai 400 uffici sanitari locali sono state allocate risorse per perseguire il compito di tracciare i contatti di una persona infetta: “Il Robert Koch Institut istituirà 105 team mobile con studenti, i cosiddetti ‘containment scouts’”. Perchè il presidente del Consiglio non ha parlato dei modelli di tracciamento digitale e dell’App “Immuni” acquistata dal Governo? Programmi di testing coordinato tra le regioni? Non pervenuti.
Perchè il presidente Conte non si è rivolto ai bambini e agli adolescenti tappati in casa? La Merkel così si è espressa: “Anche a me pesa vedere i bambini che in questo momento non possono incontrare le proprie amiche e i propri amici, cosa che a loro manca moltissimo”. E nei confronti degli anziani, la Cancelliera in modo formidabile ha ribadito che “questi ottantenni e novantenni hanno costruito il nostro Paese. Il benessere nel quale viviamo l’hanno fondato loro”.
Una chiosa. Angela Merkel ha scritto nel suo discorso che la pandemia ha colpito la Germania in un momento di bilanci sani e riserve forti. Ricordiamoci, noi italiani, quando saremo usciti da questa crisi, di prepararci a costituire delle riserve, perchè arrivare impreparati ad una crisi con un debito pubblico stellare e poche risorse pubbliche da investire è, come abbiamo visto, assai pericoloso.

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